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Airbnb per B&B, Hotel ed extralberghiero

Airbnb nasce a San Francisco nel 2007 da un’idea di Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk. Tutto iniziò quasi per caso, quando Chesky e Gebbia, in difficoltà nel pagare l’affitto del loro appartamento, decisero di offrire tre materassi gonfiabili nel salotto di casa a viaggiatori in città per una conferenza. L’iniziativa venne chiamata “Air Bed & Breakfast” e si rivelò sorprendentemente efficace: da lì nacque l’idea di creare una piattaforma online che mettesse in contatto chi aveva uno spazio libero con chi cercava un alloggio economico e autentico.

L’esplosione e la crescita globale

Dal 2009 Airbnb iniziò a crescere rapidamente, attirando investitori e ampliando la community. In pochi anni si trasformò in una piattaforma globale presente in oltre 190 Paesi e con milioni di annunci, diventando il simbolo del fenomeno della sharing economy.
La sua forza stava nella possibilità per i viaggiatori di vivere esperienze “da local”, soggiornando in appartamenti privati o stanze in case abitate, a costi spesso più contenuti rispetto agli hotel tradizionali.

La trasformazione: da case private a strutture ricettive

Col passare del tempo, Airbnb non è rimasto soltanto una piattaforma per appartamenti indipendenti. Sempre più strutture ricettive professionali – come B&B, boutique hotel, agriturismi e persino resort – hanno iniziato a utilizzare la piattaforma come ulteriore canale di distribuzione.
Questo cambiamento è stato favorito da due fattori principali:

  • la ricerca da parte di Airbnb di offerte più ampie e standardizzate per rispondere a una domanda sempre più internazionale;
  • la necessità per molte strutture di diversificare i canali di vendita, intercettando un pubblico giovane, digitale e abituato a prenotare tramite app.

AirBnB oggi

Oggi Airbnb non è più solo sinonimo di “affitto breve tra privati”: è diventato un ecosistema che comprende:

  • case vacanza e appartamenti indipendenti;
  • strutture ricettive tradizionali (hotel, boutique hotel, B&B);
  • esperienze locali (tour guidati, attività culturali e sportive);
  • progetti innovativi come le Airbnb Luxe e le Airbnb Plus, dedicate a viaggiatori alto spendenti e a strutture certificate per qualità e servizi.

Dopo la pandemia, Airbnb ha saputo adattarsi alle nuove esigenze dei viaggiatori: soggiorni più lunghi legati allo smart working, maggiore attenzione agli spazi indipendenti, focus su destinazioni secondarie e aree meno affollate.
Con oltre 4 milioni di host e più di 1 miliardo di arrivi di ospiti dalla sua fondazione, Airbnb è oggi uno dei colossi del turismo online, capace di competere a pieno titolo con le OTA tradizionali come Booking.com ed Expedia.

L’extranet di Airbnb: Login e  pannello di controllo per gli host

Per gestire annunci e prenotazioni, Airbnb mette a disposizione degli host un pannello di controllo dedicato, accessibile dal sito ufficiale tramite il portale host di Airbnb.

All’interno dell’extranet è possibile:

  • creare e modificare gli annunci (descrizioni, foto, servizi);
  • impostare tariffe, disponibilità e restrizioni di soggiorno;
  • gestire il calendario in tempo reale, anche tramite integrazione con i principali channel manager;
  • monitorare prenotazioni, cancellazioni e richieste degli ospiti;
  • comunicare direttamente con i viaggiatori;
  • accedere a report e strumenti di performance, utili per analizzare tassi di conversione e trend della domanda.

Il pannello di controllo è quindi il cuore operativo della piattaforma, lo strumento che permette agli host, privati o strutture ricettive, di avere sempre sotto controllo la propria attività su Airbnb.

I vantaggi di Airbnb per le strutture ricettive

Airbnb è diventato negli anni un canale sempre più interessante anche per hotel, B&B e strutture extralberghiere professionali. Tra i principali plus troviamo:

  • Visibilità globale: Airbnb è presente in oltre 190 Paesi e intercetta un pubblico internazionale, giovane, digitale e fidelizzato.
  • Domanda diversificata: non solo turisti leisure, ma anche viaggiatori business, smart worker e ospiti che cercano soggiorni lunghi.
  • Pagamenti sicuri: Airbnb funge da intermediario, incassando dal cliente e trasferendo il netto alla struttura, riducendo rischi di insoluti.
  • Community forte e fidelizzata: molti ospiti scelgono Airbnb in modo ricorrente grazie alla brand reputation e all’usabilità dell’app.
  • Possibilità di upselling tramite esperienze: l’integrazione con il marketplace “Airbnb Experiences” consente di proporre tour e attività locali, valorizzando il territorio e aumentando i ricavi.
  • Gestione semplice: il pannello di controllo è intuitivo e si integra con channel manager e PMS, semplificando la distribuzione.

I limiti di Airbnb per hotel ed extralberghiero

Accanto ai punti di forza, è importante conoscere anche i limiti legati ad aspetti tecnici e operativi:

  • Commissioni variabili: il modello “host-only fee” può arrivare al 15% circa, mentre il modello “split fee” (commissione divisa tra host e ospite) crea talvolta disparità di percezione del prezzo finale.
  • Limitazioni nelle promozioni: rispetto ad altre OTA, Airbnb offre meno strumenti avanzati di marketing (sconti segmentati, visibilità extra, campagne PPC).
  • Gestione recensioni più rigida: le valutazioni degli ospiti hanno un peso molto alto e possono incidere sensibilmente sulla visibilità dell’annuncio.
  • Politiche di cancellazione non sempre flessibili: le opzioni sono predefinite (flessibile, moderata, rigida) e non permettono personalizzazioni avanzate come su altri canali.
  • Meno strumenti di revenue management: mancano dashboard comparative dettagliate con competitor, che invece Expedia e Booking offrono.
  • Assistenza tecnica: sebbene attiva, l’assistenza agli host può risultare lenta e meno strutturata rispetto ai canali più tradizionali.

un momento storico di svolta per Airbnb

Airbnb sta vivendo un periodo che può essere definito storico nella sua evoluzione. Dopo oltre quindici anni di crescita vertiginosa, la piattaforma si trova oggi a fare i conti con nuove sfide: mercati saturi, regolamentazioni sempre più stringenti e la difficoltà di mantenere intatta quell’autenticità che l’ha resa unica agli inizi.

È un passaggio cruciale, in cui l’azienda sembra voler riscoprire le sue origini: tornare al concetto di ospitalità diffusa, fatta di case vere, di contatti personali e di esperienze autentiche. Non solo un portale di prenotazione, ma una comunità che mette in relazione viaggiatori e host con la promessa di vivere luoghi e persone in modo diverso.

Per gli host e le strutture ricettive, questo momento rappresenta un’opportunità: allinearsi a questa rinnovata visione, valorizzando unicità e qualità, può essere la chiave per restare competitivi in un mercato che guarda sempre di più al valore esperienziale oltre che alla semplice tariffa.

Airbnb, in questo periodo storico, sembra quindi di fronte a un bivio: diventare una OTA come le altre o ritrovare la sua anima originaria. La direzione che prenderà influenzerà non solo il futuro della piattaforma, ma anche il modo in cui milioni di viaggiatori vivranno il turismo di domani.

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